Strelitzia
Nome comune
Strelizia, uccello del paradiso.
Difficoltà della coltivazione
Richiede qualche attenzione.
Classificazione botanica
Regno
: Plantae
Clado
: Angiosperme
Clado
: Monocotiledoni
Ordine
: Zingiberales
Famiglia
: Strelitziaceae
Genere
: Strelitzia
Specie
: Strelitzia reginae
Origine e diffusione
Il genere Strelizia
comprende piante perenni sempreverdi originarie dell'Africa meridionale.
Descrizione botanica e principali specie
La Strelizia
è una pianta a portamento cespuglioso, con grandi foglie coriacee ricche di nervature evidenti. La sua spettacolarità sono i fiori riuniti in infiorescenze portate da lunghi steli, contemporaneamente di colore verde, arancio, giallo, rosso e azzurro disposti in modo tale da ricordare la testa di un uccello: uno spettacolo che può essere solo osservato, non raccontato.
Nelle regioni a clima particolarmente mite può essere allevata all’aperto e in piena terra, diversamente va coltivata in vaso per essere portata in ambiente protetto durante la stagione fredda.
Strelitzia reginae ‘Mandela's Gold'
Luce
Richiede un’eccellente illuminazione, anche il sole diretto, eccetto che nelle ore più calde delle giornate estive.
Temperatura
La temperatura minima di coltivazione non deve mai scendere sotto 13 °C mentre non ha grossi problemi con la temperatura massima (ottimale 21 °C).
Annaffiatura e umidità ambientale
In primavera e in estate annaffiare abbondantemente con acqua tiepida riducendo le bagnature progressivamente a partire dal mese di settembre fino a mantenere il terreno quasi asciutto in inverno.
Se allevata all’aperto, d’estate attendere che il terreno sia asciutto per alcuni giorni prima di annaffiare.
Nebulizzare regolarmente le foglie durante i periodi più caldi, facendo attenzione a non bagnare i fiori, per dare alla pianta una certa umidità e un ambiente più fresco.
Rinvaso e tipo di terreno
Se coltivata in vaso il rinvaso si deve fare ogni quattro anni, dopo la fioritura, perché è una pianta che non ama essere disturbata. Durante gli anni in cui non si rinvasa, si sostituiscono solo i primi centimetri di terreno con uno fresco. Si usa un buon terriccio ricco di sostanza organica al quale si aggiunge della torba e della sabbia grossolana (o perlite o argilla espansa).
Se si deve coltivare all’aperto l’impianto si effettua da aprile a giugno, scegliendo una zona parzialmente ombreggiata, in un terreno profondo, sciolto, facendo uno scasso anche di un metro e aggiungendo sostanza organica (a esempio del letame maturo o altro), sabbia grossa (in modo da migliorare il drenaggio) e anche un concime granulare a lenta cessione.
(Per maggiori chiarimenti sulla tecnica consulta l'articolo Come e perché rinvasare
).
Concimazioni
La Strelitizia da maggio a settembre una volta al mese somministrare un concime liquido assieme all'acqua d’annaffiatura.
(Per maggiori chiarimenti consulta l'articolo Cosa sono le concimazioni
).
Fioritura
La Strelitzia
fiorisce dall'autunno e fino alla primavera inoltrata e non prima di aver raggiunto i cinque anni d'età.
Potatura
Sono piante che non si potano. Vanno semplicemente eliminate le foglie che si danneggiano o si seccano per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie.
(Per i dettagli sulla tecnica, consulta l'articolo Come potare
).
Propagazione
Al momento del rinvaso si può effettuare la moltiplicazione per divisione della pianta dividendo in due la massa delle radici. Occorre fare attenzione perché le radici sono carnose e si rompono con facilità (non usare mai con queste piante la forza bruta). Ciascuna porzione si sistema in vasi singoli e in un luogo caldo e luminoso ma non al sole diretto, tenendo il terriccio appena umido. Occorrerà circa un mese e mezzo prima che le singole piante attecchiscano.
(Per i dettagli sulla tecnica, consulta l'articolo Moltiplicazione per divisione della pianta
).
Parassiti e malattie
Se la pianta ha un aspetto malandato e le foglie ingialliscono
e avvizziscono e il colletto imbrunisce, vuol dire che sono state fatte troppe annaffiature ed è in corso un attacco fungino. Si può provare a salvarla rimuovendo tutte le parti danneggiate (controllando anche le radici), facendo asciugare il terreno e trattandola con un fungicida ad ampio spettro.
La pianta non fiorisce
principalmente quando si rinvasa troppo spesso o perché si sono usati contenitori troppo grandi.
Le cocciniglie
(cocciniglia bruna e la cocciniglia farinosa) si evidenziano, le prime con formazioni
cerose scure simili a piccoli rigonfiamenti, la seconda con formazioni bianche che rassomigliano
a ciuffi di cotone. Queste formazioni si localizzano prevalentemente nella pagina inferiore delle foglie o nei piccioli e se sono grattate leggermente, vengono via facilmente. Dato che vivono prevalentemente sotto queste formazioni, sono insetti difficili da combattere.
Si possono combatterestrofinando sopra queste formazioni un batuffolo di cotone imbevuto d’alcool oppure usando insetticidi specifici.
Macchie necrotiche sulle foglie e comparsa di muffa grigia
denotano la presenza di un fungo molto dannoso insorto in seguito a un ambiente troppo umido. Occorre eliminare le parti infette e trattare con uno specifico anticrittogamico.
Raccomandazioni sulla coltivazione
Aerare spesso l’ambiente nel quale è collocata la pianta evitando le correnti d'aria, specialmente fredda.
Curiosità sulle piante
In Italia fu introdotta per la prima volta nei giardini di villa Hambury nel 1912 nel Comune di Ventimiglia (IM) sul promontorio della Mortola dal londinese Thomas Hanbury (1832-1907), innamorato delle coste liguri.
Etimologia del nome
La Strelitzia
è stata introdotta in Europa da Sir Joseph Banks (1743-1820) alla fine del 1700, curatore dell'Orto botanico di Kew Gardens
(Royal Botanic Gardens di Kew
) nelle vicinanze di Londra. Fu dedicata alla vedova del Re d’Inghilterra Giorgio III (1738-1820), la regina Charlotte di Mecklenburg-Strelitz (1744-1818) da cui deriva sia il nome del genere che della specie (Strelitzia reginae
).
Il nome comune uccello del paradiso
è stato attribuito per la somiglianza del fiore con gli uccelli appartenenti alla famiglia Paradisaeidae
chiamati
uccelli del paradiso
per l’incredibile bellezza del loro piumaggio, estremamente variopinto.