Annaffiatura delle piante
Le piante non possono vivere senza acqua e una sua carenza, se protratta oltre un
certo limite, ha degli effetti devastanti.
Vediamo allora di come le piante hanno bisogno dell'acqua
Quantità d'acqua di cui hanno bisogno
La quantità d’acqua di cui le piante hanno bisogno è molto diversa e varia da specie
a specie infatti, nelle schede tecniche di coltivazione, è sempre specificato se
una pianta ha bisogno di un terreno costantemente umido oppure se occorre aspettare
che si asciughi in superficie prima di procedere con le successive bagnature… tutte
indicazioni che danno una buona misura della quantità d’acqua da somministrare.
In linea generale per quasi tutte le piante, l’importante è non eccedere: un terreno
inzuppato, a parte qualche eccezione come a esempio le Dionea
, è sempre deleterio
per le piante.
Come capire il grado di umidità del terreno
Per capire il grado d’umidità di un terreno, al di la degli apparecchi più o meno
sofisticati che si possono reperire in commercio che misurano il grado di umidità
in base alla conducibilità elettrica o acustica, il metodo sicuramente più pratico
è infilare le dita
nella terra per alcuni centimetri per sentire quanto è umida
e intervenire di conseguenza.
Quando annaffiare
Il momento in cui dare l’acqua alle piante è un aspetto importante perché è sempre meglio annaffiare la mattina presto, perché via via che la giornata scorre e la temperatura si alza, la pianta avrà a sua disposizione l’acqua che le necessita, senza subire alcun tipo di stress. È sconsigliato annaffiare la sera perché in questo modo rimarrebbe un alto tenore d’umidità nel terreno per tutta la notte, che potrebbe favorire l’insorgenza di pericolose malattie.
Quale tipo di acqua somministrare
La qualità dell’acqua è un altro punto da tenere in gran conto infatti, anche se
la maggior parte delle piante non hanno grossi problemi se l’acqua del rubinetto
è calcarea (evidente nei vasi di terracotta che diventano bianchi), numerose altre come le azalee, l’Aechmea
, le Dionea
, le Tillandsia
,
non la tollerano. Per questa ragione è importante fare sempre riferimento alle schede
tecniche di coltivazione delle singole piante, dove è sempre specificato.
Per ovviare a questo o si usa acqua piovana o acqua demineralizzata oppure, se le
piante sono tante e la raccolta o il costo diventerebbe eccessivo, si può bollire
l’acqua della condotta per cinque minuti (in questo modo il calcare si depositerà
nella pentola e si eliminerebbe anche il cloro) oppure, se molto dura, farla bollire
con qualche goccia d’aceto, lasciandola poi raffreddare prima di somministrarla
alle piante.
I purificatori d’acqua domestica che spesso si sistemano nei rubinetti o le caraffe
filtranti producono un’acqua che non va bene per le piante perché il calcio e il
magnesio dell’acqua in pratica sono solo scambiati con altri sali minerali, inadatti
per le piante.
Temperatura dell'acqua
La temperatura dell’acqua va sempre tenuta sotto controllo perché, salvo diversa
indicazione nella scheda di coltivazione, è preferibile che sia sempre a temperatura
ambiente per evitare inutili stress termici alle radici.
Come annaffiare
Come somministrare l’acqua spesso è dato per scontato ma non bisogna sottovalutare
questa importante operazione. Infatti, oltre a versarla direttamente nel terreno
(con un annaffiatoio o con una bottiglia).
Alcune piante come a esempio la violetta
africana o i ciclamini preferiscono riceverla dal basso, immergendo i vasi per una
quindicina di minuti in un recipiente colmo d’acqua e poi facendo sgrondare per
bene tutta l’acqua in eccesso. Altre piante come numerose bromeliacee, preferiscono
riceverla semplicemente nebulizzando le foglie. Tutto ciò può sembrare complicato
ma di fatto, sono solo piccoli accorgimenti dei quali tenere conto per poter coltivare
al meglio le nostre piccole amiche.
Mantenere un ambiente umido intorno alla pianta
Mantenere un ambiente umido intorno alle piante spesso è fondamentale quanto annaffiare
perché la maggior parte delle piante ornamentali é d’origine tropicale e quindi
di climi caldi e umidi. Sono diversi gli accorgimenti che possono essere adottati:
nebulizzare le foglie con acqua
tiepida (preferibilmente demineralizzata o piovana) la mattina presto perché in
questo modo la sera le foglie saranno asciutte e perché, se esposte al sole diretto,
le goccioline d’acqua potrebbero funzionare come delle lenti e provocare pericolose
ustioni; sistemare il vaso dentro sottovasi
con della ghiaia o dei ciottoli dove sarà sempre presente dell’acqua
che evaporando garantirà una certa umidità ambientale, facendo attenzione che il
fondo del vaso non entri mai a contatto con l’acqua presente nel sottovaso; lasciare delle ciotole con dell’acqua vicino alle piante . Piccoli accorgimenti ma di grande aiuto per le piante.
Acqua nel sottovaso
L’acqua rimasta nel sottovaso dopo un’annaffiatura è sempre da evitare (a parte
qualche rara eccezione come a esempio il papiro) perché porta con se la spiacevole
conseguenza d’avere un terreno saturo d’acqua e quindi asfittico, inadatto alla
vita delle piante, oltre il fatto che le radici potrebbero marcire perché, al contrario
degli altri organi delle piante, i loro tessuti non sono impermeabili.